Sinossi

In questa sezione potete leggere una breve descrizione del lavoro contenuto nel saggio, suddiviso per capitoli.

SINOSSI:

Il saggio verte sull’analisi delle strutture e dei processi presenti sul fondo della nostra società che arrivano ad influenzare costitutivamente i membri della stessa. Nello specifico per quanto riguarda tutti quei meccanismi che generano, saldano e perpetuano atti e prese di posizioni dominanti e discriminanti. Il tutto è intrecciato a diverse testimonianze ed esperienze di attivisti di molte organizzazioni differenti (WWF, ENPA, Arcigay eccetera) con lo scopo di esortare ad agire e abbattere le discriminazioni a partire dalla quotidianità di ognuno di noi.

Il lavoro si suddivide in tre capitoli ognuno con il suo scopo:

Il primo capitolo sarà suddiviso in due parti. Nella prima analizzeremo la struttura della società e la sua forza influenzante, muovendoci dalle considerazioni di Goffman. Dopodiché ci sposteremo sugli studi di Bion in merito alla psicologia dei gruppi, sottolineando come essi siano più della semplice somma dei membri e come, perciò, siano fortemente responsabili non solo dell’istaurarsi di mentalità, pensieri e ideologie all’interno della società, ma anche come fonte di influenza degli individui appartenenti al gruppo stesso. Passando infine al rapporto presente tra il soggetto/Io e l’insieme/Noi, focalizzandoci sul concetto di “riconoscimento sociale” messo in luce da Honneth, come necessità del soggetto di sentire dagli altri un’adeguata e costante approvazione/accettazione, e “psicologia rigida”, come condizione che spinge verso atteggiamenti manichei e quindi dualistici. Tutto questo, chiaramente, incentrando l’attenzione sui risvolti discriminatori prodotti e amplificati da essi. Nella seconda parte del capitolo sposteremo lo sguardo sulle dicotomie alla base delle discriminazioni sociali. Studieremo la loro origine, storia ed evoluzione nel corso del tempo. Le tensioni emotive radicate in esse, principalmente violenza e paura, e come quest’ultime siano responsabili della creazione delle stesse. Successivamente esamineremo l’abitudine come strumento dicotomico volto al saldamento, nel tempo, di determinati dualismi e atteggiamenti discriminanti. Sfociando in tre caratteristiche, legate alla routine, che non solo plasmano agenti discriminatori, ma li rendono veri e propri difensori di tali comportamenti così consolidati e ripetuti: l’acriticità, il timore e la pigrizia. Il tutto ponendo alcuni parallelismi con le analisi di la Boétie rispetto al tiranno e all’asservimento volontario. Infine, osserveremo l’importanza e la responsabilità del linguaggio e della comunicazione a tutto tondo come arma perpetuante di pensieri e ideologie, tra cui quelle discriminatorie.

Nel secondo capitolo sposteremo l’attenzione sulle influenze sociali e sui membri in quanto pubblico e attori di rappresentazioni quotidiane. Partiremo dall’osservazione dell’identità sociale come parte dell’essere, ovvero dalle mentalità, atteggiamenti, tradizioni, che vengono sviluppati nel tempo e posti come porti sicuri e stabili da dover difendere e assecondare, arrivando fino all’attacco e alla separazione di chi non ne fa parte o li minaccia. Passando poi, a partire dagli studi di Goffman, a casi in cui tale identità viene degradata e frammentata, dando origine a svariati tipi di stigma sociali, dai difetti fisici all’appartenenza ad un determinato gruppo etnico, con annesse discriminazioni. Dopodiché passeremo al ruolo dell’educazione, alla formazione di un “insegnante invisibile” che influenza costantemente ogni individuo a partire dalla mentalità vigente all’interno della società, arrivando a saldare e perpetuare, con grande vigore, anche quelle che sono ideologie o prese di posizioni, spesso inconsapevoli, discriminatorie. Arrivati a questo punto apriremo una breve parentesi sull’esperienza gustativa come esempio di influenza socio-culturale per poi riprendere l’analisi a partire dal concetto di diversità come strumento gerarchizzante, cercando di creare una visione alternativa di tale parola così da esaltare l’unicità piuttosto che temerla e discriminarla. Concluso il quadro teorico in merito alle influenze dettate dall’identità, educazione e diversità, passeremo alle rappresentazioni sociali, ovvero le messe in scena quotidiane che ogni membro, o come attore o come pubblico, vive nella propria routine. Analizzeremo gli aspetti presenti in esse e alcuni dei meccanismi tipici, come quello del referente assente analizzato da Carol Adams, utili per la perpetuazione di aspetti discriminanti. Infine, esamineremo il rapporto tra dominatori e dominati in uno studio attorno al concetto di dominio simbolico presente nei rapporti quotidiani di ogni individuo.

Nel terzo e ultimo capitolo passeremo dalla teoria alla pratica, pensando a cosa ognuno di noi può fare nella propria routine per abbattere e superare tali dualismi, pensieri, mentalità e ideologie discriminanti, ribaltando quegli stessi meccanismi che li saldano costantemente. Proveremo a rinunciare alla narrazione classica per abbracciarne una nuova, così da sfruttare le tensioni emotive come carburante per adottare differenti stili di vita e, da lì, creare nuove abitudini. Vedremo come ogni soggetto sia fondamentale in questa lotta contro le discriminazioni anche senza dover direttamente rivoluzionare la propria vita, creando, ad esempio, ambienti più propensi per gli altri, riflettendo sull’uso del linguaggio e sulle responsabilità attorno alle parole che scegliamo di usare o ai media che decidiamo di sviluppare o seguire. Sottolineando l’importanza dell’intreccio tra conoscenza ed emotività per un cambiamento saldo ed efficace. Infine, passeremo a realtà più concentrate nel presente, ovvero le organizzazioni a sfondo etico. Studieremo come loro si attivano in questa lotta, focalizzandoci particolarmente su due tipi di propaganda da loro eseguite: quella della comunicazione – insegnamenti, comizi e sensibilizzazioni – e quella dei fatti – proteste e manifestazioni – riflettendo, in merito a quest’ultima forma, sulla legittimità di sfociare in azioni illegali. Tutto questo sarà costellato da interventi, risposte e testimonianze di svariati attivisti, volontari e combattenti che ho intervistato per questa ricerca, così da mettere in luce quelle che sono realtà contemporanee di chi lotta tutti i giorni, in prima linea, poiché per quanto i punti di vista possono essere molteplici e i modi di agire differenti, la verità sul fondo è solo una; il discriminato resta tale fino a che non prendiamo coscienza e cambiamo, al di là di tutti i possibili relativismi.

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